viva la pheega

mercoledì 17 aprile 2019

0 A CHI GIOISCE DELL’INCENDIO DI NOTRE DAME

Le cattedrali, specialmente quelle gotiche, sono chiamate “libri parlanti” poiché, con la capillare presenza iconografica sotto forma di bassorilievi, statue, affreschi, dipinti, vetrate, “parlavano” al popolo in epoche in cui la lettura era patrimonio di pochi e quella delle sacre scritture era comunque severamente proibita. E in questa iconografia gli autori del tempo immettevano le loro credenze non solo cristiane ma culturali, popolari, tradizionali, di costume, di arcaiche reminiscenze, di substrato pagano.
Chi le sa interpretare sa bene che vi si “legge” quel patrimonio culturale, storico e sociale che NON ci è pervenuto dai libri, perché, semplicemente, i libri erano monopolizzati dalla Chiesa e dal potere costituito che si pretendeva voluto da Dio stesso.
Se oggi conosciamo le vere radici dell’Europa, che non sono cristiane, ma sono pagane, celtiche, germaniche, classiche, slave, lo dobbiamo in buona parte a queste cattedrali “parlanti”.
Quegli atei che di ateo hanno solo il nome, ma che in realtà esprimono il loro ateismo inventandosi bestemmia e Pavoneggiandosi della propria ignoranza ed idiozia, e
denigrano le cattedrali in quanto cristiane, si mettono alla stregua dei cristiani che distrussero i templi pagani.
Un conto è accusare la Chiesa di aver fatto erigere edifici per imporre alle genti il proprio culto, e qui siamo d’accordo nel non giustificare un comportamento abietto che ci portiamo dietro da due millenni. Tutt’altro conto è “demolire” lavori che prima di essere opere religiose sono stati opere dell’ingegno umano, dell’inventiva e della intelligenza di progettisti, costruttori, mastri scalpellini, vetrai, muratori e via dicendo, e -soprattutto- sognatori che hanno voluto dare un tributo al Divino emulando la Natura nel raggiungere altezze simili a quelle di alberi e rocce, nell’imitare i giochi di luce e l’imponenza di boschi e radure tramite i colori delle vetrate, le capriate e le volte a crociera, nell’ispirarsi ai massicci alberi creando navate, colonne e capitelli fioriti.
Senza contare poi che tutti questi elementi architettonici erano ampiamente usati e conosciuti ben prima dell’avvento della Chiesa e adoperati secoli prima dell’avvento del cristianesimo, a cominciare dall’arco, prima vera sfida architettonica alla gravità.
Svilire così l’operato di masse di artisti ispirati non solo dal Divino ma principalmente dal mero e personale appagamento dell’esprimere creatività e del comunicare sentimento, significa essere sulla buona strada per diventare come quegli estremisti che hanno devastato i Buddha afgani, il museo di Mosul (coi reperti nientemeno che della città di Ninive, della quale hanno distrutto persino le mura), una cospicua parte dell’apparato museale del Cairo, Palmira e tante altre testimonianze delle nostre radici.
Se si potesse togliere quei capolavori al clero sarei il primo a farlo, ma le opere dell’ingegno umano vanno rispettate, protette, amate.
Altrimenti non si è uomini ma bestie.

(Grazie al gruppo : L'Arca del Libero Pensiero)

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