Noto per la sua indomita vita e per le sue rocambolesche evasioni.
Nella foto: campo di concentramento di Colfiorito. Settembre 1940. Nella foto in piedi da sinistra: Carlo Venegoni, Lelio Basso, Dario Fieramonte, Ugo Fedeli, Tarcisio Robbiati e Eugenio Musolino. Seduti: Agostino Fumagalli, Luigi Meregalli e Vito Bellaveduta.
Molto giovane entra nel movimento Anarchico e si guadagna da vivere come telegrafista. Nel 1915 viene denunciato per aver scritto sulle scale della prefettura “Morte al re”, e nel 1916 per aver gridato, all’interno di un cinema, frasi contro la guerra e lanciato dei petardi. Alla fine dell’anno viene condannato a 5 anni per diserzione, da scontare nella prigione di Borgonovo Val Tidone. Ma nel febbraio del 1917 evade. Nuovamente arrestato viene condannato a 6 anni. Ma nel gennaio del 1918 evade. Raggiunge Milano sotto falso nome, Luigi Maiocchi. Dopo una condanna per falsa identità, nell’agosto del 1920 viene detenuto, insieme a 12 giovani Anarchici, per un presunto attentato in un ristorante. Ma riesce a fuggire poco tempo dopo, spacciandosi per un detenuto in attesa di essere liberato. Nel dicembre del 1921 viene arrestato e condannato a 2 anni e 1 mese per associazione criminale e trasporto di bombe. Una volta rilasciato, viene nuovamente arrestato mentre raccoglieva le firme a favore dei compagni detenuti. Nel novembre del 1926 viene confinato per 5 anni fra Favignana, Lipari e Tremiti. Malato di tubercolosi, nel novembre del 1931 rientra a Milano. Nel 1937 viene recluso per “persistente attitudine antifascista”. Il 24 giugno del 1940 viene arrestato, ed il mese successivo inviato al campo di concentramento di Manfredonia, successivamente a Colfiorito, Foligno, ed infine alla colonia penitenziaria delle Tremiti. Dopo la proclamazione dell’armistizio, nel settembre del 1943, è comandante del gruppo partigiano “Amilcare Cipriani” che operava nella zona di Como. Muore il 29 maggio del 1952 a Milano.
Nella foto: campo di concentramento di Colfiorito. Settembre 1940. Nella foto in piedi da sinistra: Carlo Venegoni, Lelio Basso, Dario Fieramonte, Ugo Fedeli, Tarcisio Robbiati e Eugenio Musolino. Seduti: Agostino Fumagalli, Luigi Meregalli e Vito Bellaveduta.
Molto giovane entra nel movimento Anarchico e si guadagna da vivere come telegrafista. Nel 1915 viene denunciato per aver scritto sulle scale della prefettura “Morte al re”, e nel 1916 per aver gridato, all’interno di un cinema, frasi contro la guerra e lanciato dei petardi. Alla fine dell’anno viene condannato a 5 anni per diserzione, da scontare nella prigione di Borgonovo Val Tidone. Ma nel febbraio del 1917 evade. Nuovamente arrestato viene condannato a 6 anni. Ma nel gennaio del 1918 evade. Raggiunge Milano sotto falso nome, Luigi Maiocchi. Dopo una condanna per falsa identità, nell’agosto del 1920 viene detenuto, insieme a 12 giovani Anarchici, per un presunto attentato in un ristorante. Ma riesce a fuggire poco tempo dopo, spacciandosi per un detenuto in attesa di essere liberato. Nel dicembre del 1921 viene arrestato e condannato a 2 anni e 1 mese per associazione criminale e trasporto di bombe. Una volta rilasciato, viene nuovamente arrestato mentre raccoglieva le firme a favore dei compagni detenuti. Nel novembre del 1926 viene confinato per 5 anni fra Favignana, Lipari e Tremiti. Malato di tubercolosi, nel novembre del 1931 rientra a Milano. Nel 1937 viene recluso per “persistente attitudine antifascista”. Il 24 giugno del 1940 viene arrestato, ed il mese successivo inviato al campo di concentramento di Manfredonia, successivamente a Colfiorito, Foligno, ed infine alla colonia penitenziaria delle Tremiti. Dopo la proclamazione dell’armistizio, nel settembre del 1943, è comandante del gruppo partigiano “Amilcare Cipriani” che operava nella zona di Como. Muore il 29 maggio del 1952 a Milano.
Ⓐ Walter Ranieri Ⓐ