viva la pheega

venerdì 11 agosto 2017

0 Il livello di delirio di questa estate sta arrivando ai massimi storici.

Non è surreale, è tutto coerente: gli attacchi alle ong nel Mediterraneo, la militarizzazione del "diritto umanitario" che legalizza, di fatto, la morte di migliaia di persone in mare; la riforma della cittadinanza giocata sulla pelle, sui corpi e sul futuro di migliaia di persone, terreno, questo, per spartirsi i luoghi della politica in vista delle elezioni; le leggi di pubblica sicurezza che vietano la città ai soggetti non desiderati, respingendo la povertà in periferia; gli sgomberi violenti di laboratori sociali, come Labas e Crash, che danno risposte concrete alla crisi (non solo economica). Ecco, tutto ciò non è surreale ma in linea con una logica che, dinnanzi alla spettacolarizzazione della politica e al suo contemporaneo svuotamento di significato (perché che differenza c’è, oggi, tra Minniti e Salvini?), e non essendo in grado di controllare i fenomeni che attraversano il Paese, ma lavorando per trasformarli in un’occasione di guadagno per pochi, bastona, reprime e sgombera. Mi pare sia stato totalmente annullato il senso del voto come espressione di un'idea(le), alimentando una corsa di slogan a chi è più razzista, neocolonialista, xenofobo. Non è una deriva, è l’essenza del baratro in cui siamo caduti. Non è la costruzione di un futuro, ma il regime della paura che si perpetra, giorno dopo giorno. I percorsi possibili, a mio avviso, vanno cercati fuori dal partito unico italiano. Rimettendo in discussione il principio di delega, costruendo una comunità (e il comune) dal basso, avendo il coraggio di percorrere, insieme, una strada in direzione ostinata e contraria.

I RIBELLI

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