Nelle ultime due settimane, ha fatto
irruzione nei salotti degli israeliani, a intervalli di pochi giorni,
attraverso un altro rapporto superficiale sull’estensione del suo
arresto. Ancora una volta, vediamo i riccioli d’oro; ancora una volta
vediamo la figura di Botticelli nell’uniforme marrone da servizio di
sicurezza Shin Bet e con le manette, che la fanno assomigliare più a una
ragazza di Ramat Hasharon che a una ragazza di Nabi Saleh.
Eppure anche l’aspetto “non arabo” di
Ahed Tamimi non è riuscito a toccare alcun cuore qui. Il muro di
disumanizzazione e demonizzazione che è stato costruito attraverso vili
campagne di incitamento, propaganda e lavaggio del cervello contro i
palestinesi ha sconfessato anche la bionda di Nabi Saleh.
Potrebbe essere vostra figlia, o la
figlia del vostro vicino, eppure l’abuso che soffre non risveglia
sentimenti di solidarietà, compassione o elementare umanità. Dopo
l’esplosione di rabbia per ciò che ha osato fare, è arrivato
l’impenetrabile. È una “terrorista”. Non potrebbe essere nostra figlia;
lei è palestinese.
Nessuno si chiede cosa sarebbe successo
se Tamimi fosse stata sua figlia. Non sareste stati orgogliosi di lei,
come suo padre, che, in un editoriale che esige il rispetto, ha espresso
quell’orgoglio. Non avreste voluto una figlia del genere, che ha
scambiato la sua inesistente gioventù per una coraggiosa lotta per la
libertà? O avreste preferito una figlia che fosse una collaboratrice? O
semplicemente una testa vuota?
E come vi sareste sentiti se i soldati
di un esercito straniero avessero invaso la vostra casa di notte, rapito
vostra figlia dal suo letto sotto i vostri occhi, ammanettata e
arrestata per un lungo periodo, semplicemente perché lei ha
schiaffeggiato il soldato che aveva invaso la sua casa, e ha
schiaffeggiato l’occupazione, cosa che merita molto più che degli
schiaffi?
Queste domande non infastidiscono
nessuno. Tamimi è una palestinese, cioè una terrorista, e quindi, non
merita alcun sentimento di simpatia. Niente spezzerà lo scudo difensivo
che protegge gli israeliani dai sensi di colpa, o almeno dal disagio,
sul suo oltraggioso arresto, sulla discriminazione da parte del sistema
giudiziario, che non le avrebbe mai prestato attenzione se fosse stata
una colona ebrea.
Persino la mano indipendente del
giudice, il maggiore Haim Balilti, non ha tremato quando ha stabilito
che il “pericolo” posto da Tamimi, una ragazza disarmata di 16 anni,
giustifica la sua continua detenzione. Anche il giudice è solo un
piccolo ingranaggio nella macchina, qualcuno che fa il suo lavoro e
ritorna alle sue figlie e ai suoi figli di notte, orgoglioso del lavoro
spregevole della sua giornata.
Israele si nasconde dietro una cortina
di ferro che non è più possibile perforare. Nulla di ciò che Israele fa
ai palestinesi è ancora capace di suscitare compassione. Nemmeno la
ragazza poster, Tamimi. Anche se fosse condannata a vivere in prigione
per uno schiaffo, anche se fosse condannata a morte, la sua punizione
sarebbe accolta con gioia aperta o indifferenza. Non c’è posto per altre
emozioni umane nei confronti di alcun palestinese.
Le organizzazioni che rappresentano i
disabili, che hanno intrapreso un’imponente battaglia per i propri
diritti, non hanno fatto capolino quando un cecchino delle forze di
difesa israeliane ha ucciso un disabile, un doppio amputato, su una
sedia a rotelle nella striscia di Gaza con un colpo alla testa. Le
organizzazioni femminili, che combattono con forza e aggressività contro
tutte le molestie sessuali, devono ancora alzarsi in collera contro la
chiusura del caso di una detenuta palestinese che sosteneva di essere
stata violentata da un poliziotto di frontiera. E i membri della Knesset
non hanno protestato per il vergognoso arresto politico della loro
collega, Khalida Jarrar, la cui detenzione senza processo è stata
nuovamente estesa la scorsa settimana per altri sei mesi.
Se neanche Tamimi riesce a suscitare
sentimenti di solidarietà, shock o senso di colpa, allora il processo di
negazione, occultamento e repressione – l’impresa più importante
dell’occupazione, dopo gli insediamenti – è finalmente completo. Non c’è
mai stata un’apatia così terrificante qui, mai l’autoinganno e le
menzogne hanno prevalso qui così completamente e non ci sono mai state
così poche preoccupazioni morali di fronte all’ingiustizia. Mai
l’incitamento ha vinto così completamente.
Gli israeliani non sono più in grado di
identificarsi con una ragazza coraggiosa, anche quando assomiglia alle
loro figlie, solo perché è palestinese. Non c’è più alcun palestinese
che possa toccare il cuore degli israeliani. Non c’è alcuna ingiustizia
che possa ancora destare la nostra coscienza, che è stata completamente
estinta.
Non disturbare; i nostri cuori e le nostre menti sono stati sigillati in un modo terrificante.