La dottoressa che chiama ”negracci” i migranti e poi si scusa. Il deputato che svillaneggia i magistrati. E poi si scusa. I casi sono sempre più frequenti. Sui social va molto l’odio nazionalista e populista, ma subito i leoni da tastiera si sgonfiano, e hanno paura
“Non esistono diritti umani per quattro negracci che ci
invadono" e arrivano con Nike e tutte firmate e le trippe piene, con la
scabbia ma per chissà quali violenze perpetuate. Solo un errore
viene ad ora commesso: andrebbero annegati al largo”: parole, opere e
(o)missioni comparse sulla bacheca Facebook di Gloria Burini, dottoressa
al Pronto Soccorso dell’Ospedale della Misericordia (perché a volte la
realtà riesce a essere più grottesca della fantasia).
Niente di nuovo, per carità: chi ha la sventura di frequentare i
social per diletto o per lavoro ha avuto sicuramente occasione di
leggere addirittura di peggio. Quando mi capita di pubblicare articoli sui migranti (soprattutto in questi ultimi mes icaldi che hanno sdoganato il cattivismo recuperandolo dalle fogne) compaiono commenti che incitano ai forni crematoi, al ritorno del fascismo, allo sterminio, e così via. Gloria però ha avuto la sfortuna di essere stata beccata, e così quella frase ha fatto il giro d’Italia meritandosi articoli, editoriali e prevedibile sdegno.
Ora il suo avvocato però ci ha dato la spiegazione: “la dottoressa –
spiega l’avvocato Budelli – era andata insieme al fidanzato ed alcuni
amici in un locale, lasciando l’ipad incustodito e senza password”.
Anzi, l’avvocato ci tiene a precisare che nelle strutture sanitarie in
cui ha lavorato “nessuno può dire che c’è (il congiuntivo sbagliato è testuale nel comunicato stampa nda) stata mai un’omissione,
un comportamento razzista o un suo atteggiamento concreto che supporti
questa tesi”. E poi ovviamente la frase che sta bene su tutto: avrebbe
ricevuto solidarietà perfino da “extracomunitari che li ha curato e
guarito”. A posto così.
Vi ricordate, qualche giorno fa, il prestigioso deputato leghista Giuseppe Bellachioma? Aveva scritto sul suo Facebook, in merito alle indagini aperte dalla magistratura nei confronti di Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti: “se toccate il Capitano vi veniamo a prendere sotto casa..occhio!!!”. L’Associazione Nazionale Magistrati si è piuttosto risentita (ma va?) e ha emesso un durissimo comunicato stampa. L’eroico deputato non solo ha cancellato il post ma ha addirittura pubblicato un post di scuse
in cui scrive: “In nessun modo intendevo attaccare nétantomeno
minacciare la Magistratura, del cui lavoro ho profondo rispetto. Il mio
commento era mosso solo dalla reazione alle miglia di insulti e attacchi
a cui ogni giorno sono sottoposti Matteo Salvini e la Lega”. In
pratica le minacce, par di capire, erano rivolte alle persone non
salviniane, mica ai magistrati. Un altro Rambo che diventa pecorella.