viva la pheega

domenica 2 giugno 2019

0 Buona Festa della Repubblica Italiana.

Anche a voi, che oggi considerate un grande patriota italiano lui, che l'Italia la disprezzava, che vi disprezzava, tanto da sentire l'esigenza di dirvi che per lui non c'era un cazzo da festeggiare. Quanto gli facevate schifo.

Però quello stesso anno si accorse che la Lega era al 4%. Si accorse che rischiava di rimanere senza poltrona. Allora si accorse che cominciavate a fargli un po' meno schifo.

Il 2 giugno si festeggia il giorno in cui gli italiani scelsero di fare dell'Italia il Paese di tutti, non solo di un Re. Di una monarchia che avallando il Fascismo, le leggi razziali, la guerra, aveva finito per causare sangue e disperazione.
Ma per lui non c'è un cazzo da festeggiare.

Quel 2 giugno del 1946 per la prima volta votarono anche le donne. Decisero anche loro il destino del loro Paese.
Ma per lui non c'è un cazzo da festeggiare.

A lui non piaceva la Repubblica italiana.
Voleva la Repubblica Padana.

Illuse per anni milioni di settentrionali che avrebbe portato loro l'indipendenza. Tradendo l'unità della Repubblica italiana.

Quando si accorse che la storiella non funzionava più, decise allora di tradire i Padani e decenni di lotte per buttarsi sul più remunerativo carro del nazionalismo italiano.

Prima di loro tradì i Comunisti Padani, di cui fu leader. Per buttarsi via via più a destra, visto che in quel momento, con Berlusconi alleato, conveniva di più buttarsi a destra.

Nel 2012 a lui l'Europa e l'Euro piacevano. Ma non voleva dividere questa cosa qui con i meridionali. Diceva: "La Lombardia e il Nord l’euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece è come la Grecia”. Una manciata di anni dopo il Sud lo avrebbe acclamato in massa perché avrebbe cominciato a mangiare arancini e a indossare felpe.

Poi però tradì anche l'Euro. Iniziò da lì una campagna per tutta Italia che si chiamava "Basta Euro". Andava in tv con la scritta "Basta euro". E in tanti lo seguirono.

Poi gli dissero che la maggioranza degli italiani voleva l'Euro e allora tradì i "basta euro" abbandonando questa campagna.

Si schierò con Berlusconi. Che tradì appena vinte le elezioni pur di andare al governo. Disse ai suoi che non sarebbe mai andato al governo con i 5 Stelle, ma lì tradì per andare con i 5 Stelle. Che ora sentono puzza di tradimento, perché credono che presto li tradirà per tornare nel centrodestra.

La sua storia è una storia di incessanti tradimenti politici e di ideali. Cambia idee, alleati, principi in base a come convenga di più. Senza farsi problemi.

Sei anni fa diceva della Festa della Repubblica "Non c'è un cazzo da festeggiare". Ora vince al grido di prima gli italiani. Domani chissà. Ma non importa. Ciò che conta è la felpa che indossa. Solo quello.

Emilio Mola

I RIBELLI

I RIBELLI

Label

Labels

Popular Posts

Blogger templates

 

Blogroll

About