viva la pheega

martedì 4 giugno 2019

0 Il Paese in una elezione anticipata.


Oggi il Movimento 5 Stelle - per interposto premier - sapendo che Salvini ha deciso (non ora, ma mesi fa) di andare alle elezioni anticipate prima della manovra, ha costretto Salvini stesso a dire pubblicamente che lui non trascinerà il Paese in una elezione anticipata.

Che è una strategia pure giusta. Inchiodarlo pubblicamente con le sue stesse parole. E infatti Salvini ha subito risposto: "Io ci sono, andiamo avanti".

Peccato che ai 5 Stelle sia sfuggito un piccolissimo, piccolissimo dettaglio: che la persona che credono di aver inchiodato è Matteso Salvini. Uno che del tradimento pubblico, plateale, patologico e compulsivo della parola, di qualsiasi impegno, promessa, ideale, alleato, ha fatto la principale arma del suo successo (l'altra arma è una comunicaizone che si fonda sul trattare con disprezzo e dichiaratamente i propri elettori come degli imbecilli totali).

I 5 Stelle credono che se domani Salvini farà cadere lo stesso il governo, o costringerà i 5 Stelle a farlo cadere per forza (cosa più probabile), credono che potranno sbandierare l'impegno tradito come arma contro di lui. 

Il che fa piegare in due dalle risate uno che si vede acclamato ogni giorno dagli stessi milioni di italiani che per 20 anni ha insultato e disprezzato in ogni modo. Uno che ha scoperto sulla sua pelle quanto poco, a milioni di italiani, interessino davvero i fatti, gli impegni presi e traditi, le parole date, gli ideali capovolti come se nulla fosse.

I 5 Stelle credono di averlo inchiodato oggi con quella conferenza stampa. Lui sa bene di aver invece inchiodato loro, avendo avuto l'opportunità di ribadire che lui c'è, che lui vuole "lavorare". Per cui, cadrà il governo, saranno le sue parole a rimanere nelle teste dei suoi elettori. A prescindere dai fatti, anche plateali, che ci saranno.
Emilio Mola

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