Il
20 novembre 1896 nasce a Derazhnia, Ucraina, l’Anarchica Rakhel
Peisoty, meglio conosciuta come Rose Pesotta. Femminista,
Anarco-sindacalista. Legge fin da piccola il periodico Anarchico
Norodnaya Volya, grazie a sua madre, Masyas Peisotaya, importante
agitatrice culturale della sua comunità, ed ai libri di suo padre su
vari personaggi Anarchici. Nel 1913 emigra a New York, per fuggire da un
matrimonio programmato. Inizia a
lavorare in una fabbrica di camicie, ed aderisce alla International
Ladies' Garment Workers' Union (ILGWU), sindacato formato quasi
esclusivamente da donne. Nel 1919 riceve la notizia della morte di suo
padre, a causa di un “progrom” dei nazionalisti ucraini. Nel 1922, dopo
aver ottenuto un colloquio in carcere con Sacco e Vanzetti, organizza
una grande riunione in loro difesa, con la collaborazione del periodico
Anarchico The Road to Freedom. Nel 1927 viene arrestata, colpevole di
aver protestato per l’assassinio di Sacco e Vanzetti. Nel 1933 viene
eletta vicepresidente della ILGWU, e dal 1934, per circa dieci anni,
intraprende una lunga lotta all’interno del sindacato, contro
l’opposizione della frazione comunista a totale gerarchia maschilista.
Nel 1944 pubblica la sua prima autobiografia “Bread upon the waters”, la
seconda nel 1958 “Days of our lives”. Pesotta è stata emarginata e
isolata dall'ILGWU perché è stata una donna che cercava di fare
cambiamenti in una gerarchia dominata dagli uomini. Il suo Anarchismo ha
ulteriormente minacciato chi era al potere. In molti casi le donne
avevano ruoli servili e impotenti negli anni '30, Pesotta ha osato
uscire dal ruolo che la società le aveva dato. È una delle poche donne
che ha superato i bastioni del potere maschile negli anni '30 e ha
cercato di infondere il proprio marchio di femminismo nel movimento
operaio. Muore il 6 dicembre 1965 a Miami. Nel 1993 Elaine J. Leeder le
ha dedicato una biografia, “The gentle general: Rose Pesotta, Anarchist
and labor organizer”.
Ⓐ Walter Ranieri