viva la pheega

mercoledì 14 giugno 2017

0 Ernesto Guevara de la Serna nacque prematuro il 14 giugno 1928

Al dottore Ernesto Che Guevara, HASTA SIEMPRE
"Sono nato in Argentina, ho combattuto a Cuba e sono diventato un rivoluzionario in Guatemala"

Queste parole riassumevano ciò che Che Guevara definiva una sintesi autobiografica. Descrivevano anche un continente testimone di costante tensione tra governi reazionari e ribelli utopisti. Dopo Simon Bolìvar Guevara fu il promo a tacciare un serio piano teso a unire i litigiosi vicini dell'America Latina, e al sua stessa vita mostra tutte le contraddizioni del suo ambiente de del suo tempo.
Ernesto Guevara de la Serna nacque prematuro il 14 giugno 1928 dov'era nato suo padre, a Rosarno, e il soprannome di Che gli fu attribuito solo più tardi. Colpito da polmonite e da asma fu condotto sai piedi della Serra Cordoba perchè l'aria di montagna lo ristabilisse. La madre Celia insegnò al bambino dl respiro affannoso a leggere e a scrivere, mentre suo padre proseguiva la sua attività di costruttore edile e navale. Il frequentò le scuole pubbliche per poco tempo.
La madre che con le sue idee radicali, lo aiutò ad andare d'accordo con tutti coloro che frequentava ma l'enorme differenza tra un bambino privilegiato come lui e il resto dei suoi compagni fu presto evidente. Suo zio, il poeta Cayetano Còrdova Itùrburu, membro del Partito comunista, era stato corrispondente per un giornale durante la guerra civile spagnola, inviando in Argentina i suoi dispacci dal fronte repubblicano. Questi influenzarino il giovane Che, che non si ribellò mai contro la repressione del continente in cui viveva. Come testimoniò Ricardo Rojo, un amico di famiglia, per i Guevara certe cose erano date per scontate: la passione per la giustizia, il rifiuto del fascismo, l'indifferenza religiosa, l'interesse per al letteratura, l'amore per la poesia, nonchè il pregiudizio contro il denaro e il modo di accumularlo.Questo condizionamento fece nascere nel ragazzo un senso di ribellione, quando fu in grado di capire i problemi sociali del Sudamerica, lo avrebbe trasformato in un rivoluzionario.
Da bambino il Che si comportava come un adolescente, e da adolescente come un bambino. Un compagno di scuola lo riteneva "incredibilmente sicuro di sé e di opinioni del tutto indipendenti...assai dinamico, inquieto e anticonformista". Secondo unao dei suoi professori il Che "appariva e si comportava come un ragazzo di età superiore alla sua, ed era chiaramente già adulto, con una personalità ben definita, imbronciato e indisciplinato, ma molto maturo".

Il suo realismo andava già al di là della loro protesta romantica. Una volta, quando gli fu chiesto di scendere nelle strade per une dimostrazione politica, rifiutò con freddezza: "scendere nelle strade, permettendo così ai poliziotti di colpirci con i loro manganelli? Niente da fare. Prenderò parte alla manifestazione solo se mi darete una pistola". Una simile valutazione giovanile della situazione rese plausibile l'affermazione che fece più tardi, secondo la quale un uomo a quindici anni sa già per che casa vuole morire e, se ha trovato un ideale che renda facile il sacrificio non teme di offrire al propria vita.

Il Diario di Bolivia del Che Guevara fu la sua dichiarazione più immediata ed umana. Scarabocchiato ogni giorno per undici mesi durante un'impossibile lotta per la sopravvivenza contro la giungla, la montagna, l'isolamento e un nemico addestrato, il diario non rivela nessuna illusione circa la sconfitta, ma lo schietto, controverso, poco accomodante Che. Nel suo stile non c'erano più la retorica, la nobiltà, il gergo particolare, ma solo il resoconto di un grande uomo, che cercava di far avanzare i suoi uomini e che lottava avvicinandosi alla sua stessa morte. Come un altro capolavoro, Robinson Crusoe, quel resoconto era zeppo di elenchi di metodi di sopravvivenza, di dettagli relativi alle armi, al cibo, alle distanze, alle provviste. In esso il Che non parlava di stanachezza, di resistenza, di coraggio o di cameratismo. Tutto questo poteva essere letto tra le righe.
15 marzo 1967
Solo noi vale a dire il gruppo centrale, abbiamo attraversato il fiume, con l'aiuto di el Rubio e del Dottore. Volevamo raggiungere la foce del fiume Nancahuazù, ma tre dei nostri non sanno nuotare e il nostro carico è pesante. La corrente ci trasportò per circa un chilometro e la zattera non potè essere usata coem volevamo. Undici dei nostri rimasero da questa parte del fiume, domani il Dottore ed el Rubio lo attraverseranno di nuovo. Per nutrirci abbiamo abbattuto quattro falchi; contrariamente a quanto si potrebbe immaginare il loro sapore non era cattivo. Ogni cosa è inzuppata d'acqua, l'umidità è persistente. Il morale degli uomini è basso: Miguel ha i piedi gonfi e altri sono nelle stesse condizioni. Altitudine:580 metri.
Questa è al descrizione di una normale giornata dei guerrieri scelta a caso, la cui monotonia era occasionalmente spezzata da una morte o da un'imboscata; la descrizione di un'emozione era rara come una vittoria sul nemico che circondava i trenta uomini. Quando Tuma o altri compagni dei vecchi giorni della Sierra Maestra furono uccisi, il Che riportò la loro morte con una brevità oltremodo commovente.
Con Tuma ho perduto un inseparabile compagni di tutti gli anni passati; era un fedelissimo e a partire da oggi sentirò la sua mancanza, sarà quasi come aver perduto un figlio. Quando cadde, chiese che mi fosse consegnato il sui orologio.. Lo porterò al polso per tutta la durata della guerra. Abbiamo caricato la sua salma su un mulo e lo abbiano condotto via per seppellirlo lontano da lì.
Anzitutto il Che e gli altri capi della guerriglia erano cubana, mentre la rivoluzione in America Latina aveva sempre avuto una forte venatura nazionalistica. All'interno dello stesso gruppo di guerriglieri vi era una certa frizione tra i compagni cubali e boliviani, mentre gli indios boliviani diffidavano dei cubani non solo in quanto stranieri, mentitori bianchi. In secondo luogo, in Bolivia, durante il precedente governo di sinistra, c'era stata una riforma agraria: gli indios boliviani potevano essere poverissimi, ma per la prima volta in trecento anni possedevano il arido suolo, e un acro di terra in mano valeva qualsiasi utopia nella foresta. il completo fallimento del Che nel far aderire anche un solo contadino alla causa della guerriglia durante gli undici mesi di preparazione e di lotta gu al causa principale della sua sconfitta. Come dichiarò nel suo libro la guerra di guerriglia , la ragione fondamentale del successo a Cuba era stato l'aiuto dei contadini nella Sierra Maestra. "Cercare di condurre questo tipo di guerra senza l'aiuto della popolazione locale equivale al preludio del disastro".
Altri fattori condannarono al campagna di guerriglia, il peggiore di quali fu l'isolamento. I simpatizzanti borghesi nelle grandi città furono ben presto traditi da tre dei guerriglieri più deboli, che disertarono. Sollevazioni analoghe in Perù e in altri paesi latino-americani si conclusero in un fallimento, a causa della mancanza di energia e di comunicazioni. Il Che non riuscì a essere brutale al punto di uccidere i potenziali traditori, tanto all'interno quanto all'esterni della milizia dei guerriglieri. ne risultò che il suo campo base cadde in mano al nemico, con la perdita degli indispensabili medicinali contro l'asma, delle provviste e dei documenti. Venne a mancare anche la copertura dell'intermediario locale. Tania, l'agente russa o tedesca orientale, che era affezionata al Che, anche se probabilmente si informava i propri capi sul suo conto. A quel punto Guevara divise la sua esigua milizia in due gruppi, che furono conseguiti e distrutti separatamente. A mano a mano che le condizioni fisiche del Che peggioravano ed egli si indeboliva , cominciò a mostrare un certa rassegnazione, un certa mancanza di aggressività. il suo eroismo risiedeva nell'incessante lotta cotnro la visione della propria distruzione e di quella del suo gruppo. Avrebbe continuato a combattere fino a quando fosse rimasto in piedi.

Il potere ha sempre paura delle idee e per arginare la lotta degli sfruttati comanda la mano di sudditi in divisa e la penna di cervelli sudditi. Assassinando vigliaccamente il Che lo hanno reso immortale, nel cuore e nella testa degli uomini liberi. Negli atti quotidiani di chi si ribella alle ingiustizie. Nei sogni dei giovani di ieri, di oggi, di domani! Hasta siempre!

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