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mercoledì 14 giugno 2017

0 Il 15 giugno 1902 nasce a Mordano, Bologna, l’Anarchico Celso Bendanti.


Nella foto insieme alla sua compagna Madeleine Dhyne a Bruxelles.
Nel 1920, all’inaugurazione del monumento ad Andrea Costa a Bagnara di Lugo, una squadra di carabinieri, mascherata fra la folla, cerca di impedire la ricorrenza. Bendanti partecipa attivamente alla sparatoria che ne segue, nel corso della quale viene ucciso, al suo fianco, l’amico e compagno Anarchico Leo Bianconcini. Perquisito più volte, nel corso di una perquisizione gli viene sequestrato Il Programma Anarchico di Malatesta , e segnalato all’autorità. Nel 1923, per sottrarsi alle pesanti attenzioni di fascisti e autorità, si vede costretto a espatriare. Dopo tanto girovagare, nel 1930 si trasferisce a Bruxelles, città in cui risiederà definitivamente e nella quale conosce Madeleine Dhyne, che gli resterà accanto tutta la vita. Viene descritto dalla polizia italiana come “capace di azioni delittuose” e pronto a entrare in azione anche con atti terroristici. Nel 1935 viene segnalato fra i probabili attentatori al ministro fascista bottai, in visita a Bruxelles al padiglione italiano dell’esposizione internazionale. All’inizio della rivoluzione spagnola, tutta la sua attività si concentra sul reperimento di fondi, in qualsiasi modo, per favorire l’arruolamento dei volontari Anarchici in Spagna. Nel 1939 a Bruxelles si forma un gruppo Anarchico di lingua italiana, di cui fa parte Bendanti, che il 4 marzo tiene la sua prima riunione per organizzare l’espatrio in America degli Anarchici reduci dalla Spagna. In seguito all’occupazione nazista del Belgio, l’11 settembre 1940 viene arrestato a Bruxelles dalla polizia tedesca e il 14 novembre viene consegnato alla polizia di frontiera italiana. Alla fine dell’interrogatorio viene proposto per il confino e dopo un breve periodo di carcere, nel gennaio del 1941 è inviato a Ventotene con una condanna a cinque anni. Alla caduta del fascismo, dopo il 25 luglio, lo si trova nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari, Arezzo, e al suo rientro a Imola, affianca i compagni locali nella lotta contro i nazifascisti. Arrestato nuovamente per alcuni giorni agli inizi del 1944, dopo la Liberazione partecipa alla intensa attività politica del gruppo Anarchico imolese, ma nel 1947 rientra in Belgio dove concorre alla ricostituzione del gruppo Anarchico italiano. Fino alla fine dei suoi giorni, nel settembre del 1983 a Bruxelles, rimarrà in contatto con il movimento Anarchico, l’adesione al quale rimane la costante della sua vita.
        
     Ⓐ Walter Ranieri

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