"PRIMA LE PERSONE"
NAPOLI contro Salvini
In più di 10 mila alla manifestazione antirazzista con Amnesty, Emergency e tanti altri
È con l’hit di Sanremo Soldi di Mahmood che è cominciata la marcia «Prima le persone», ieri a Napoli, sotto una pioggia battente. In oltre 10 mila hanno attraversato il centro storico per ribadire i principi sanciti dall’articolo 3 della Costituzione: «Il nostro slogan – spiega Andrea Morniroli, uno degli organizzatori – è una frase da ricordare a quella politica che alimenta paura e rancore per quotarle sul mercato elettorale. Le differenze sono una risorsa e non un problema, donne e uomini migranti sono un valore e non si torna indietro sui diritti delle donne, come volevano al Congresso mondiale della famiglia di Verona». In corteo Amnesty International, Emergency, Slow Food, Articolo 21, Legambiente, il Movimento migranti e rifugiati, Cgil e Uil, sigle del Terzo settore decimato dalle politiche del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che punta a rendere integrazione e accoglienza residuali.
DAL CORTEO è arrivata l’adesione alla manifestazione di stamattina a piazza Nazionale contro l’agguato di camorra che ha colpito una bambina di 4 anni, vittima innocente delle pallottole dei clan: «Chi alimenta razzismo e discriminazioni – hanno scandito i manifestanti – arreca lo stesso danno di chi usa le pistole per delinquenza e violenza». Alla manifestazione ha partecipato l’Associazione trans napoletane che, insieme all’Anpi, ha cantato Bella ciao e una delegazione della comunità rom di Giugliano.
I rom non hanno potuto aderire in massa perché a rischio sgombero: «L’ordinanza non c’è – spiega padre Alex Zanotelli – ma la polizia va quasi tutti i giorni, è una campagna intimidatoria per mandarli via senza alcuna soluzione alternativa».
I ROM SONO uno dei bersagli della propaganda leghista e le istituzioni locali si accodano. «L’azione del governo allarga le distanze – commenta il segretario della Cgil di Napoli, Walter Schiavella -. Si chiudono i porti e ci si apre a forze antidemocratiche e fasciste. Si rafforza la distanza tra aree del Paese con provvedimenti come la flat tax e l’autonomia differenziata che, se attuati, trasformeranno i cittadini del Sud in italiani di serie B rispetto a diritti fondamentali quali istruzione, sanità e lavoro».
A NAPOLI è arrivata anche una delegazione dell’Ex canapificio di Caserta, una delle migliori esperienze in fatto di accoglienza e integrazione, sotto attacco proprio come Mimmo Lucano a Riace. Dopo le ripetute invettive social di Salvini contro esponenti dell’Ex Canapificio, il 12 marzo la procura ha posto i sigilli alla struttura per pericolo di crolli. Una struttura dove ci sono solo gli sportelli informativi, i migranti vivono in appartamenti. I controlli negli alloggi non hanno dato esito, sono arrivati i sigilli all’ex fabbrica. «Avevamo già sollecitato la regione, proprietaria dello stabile, e il comune, capofila del progetto Sprar – spiega Mimma D’Amico – sulle criticità dell’edificio. A nulla sono servite le proposte di sollevare la regione dall’onere economico della ristrutturazione, né i tentativi di trovare una soluzione».
L’EX CANAPIFICIO ha scritto al segretario Pd Nicola Zingaretti, oltre che a sindaco e governatore, entrambi dem, perché dimostrino con i fatti la loro opposizione alle politiche di Salvini: «A Castel Volturno abbiamo favorito l’emersione dall’irregolarità di circa 10 mila persone. A Caserta abbiamo 200 migranti in accoglienza diffusa con scuola di italiano, tirocini formativi, attività sociali». Come a Riace, sigilli e inchieste (tutte da dimostrare) possono essere il grimaldello per scardinare esperienze che hanno aiutato la coesione delle comunità in zone abbandonate dalle istituzioni.
Da Il Manifesto
NAPOLI contro Salvini
In più di 10 mila alla manifestazione antirazzista con Amnesty, Emergency e tanti altri
È con l’hit di Sanremo Soldi di Mahmood che è cominciata la marcia «Prima le persone», ieri a Napoli, sotto una pioggia battente. In oltre 10 mila hanno attraversato il centro storico per ribadire i principi sanciti dall’articolo 3 della Costituzione: «Il nostro slogan – spiega Andrea Morniroli, uno degli organizzatori – è una frase da ricordare a quella politica che alimenta paura e rancore per quotarle sul mercato elettorale. Le differenze sono una risorsa e non un problema, donne e uomini migranti sono un valore e non si torna indietro sui diritti delle donne, come volevano al Congresso mondiale della famiglia di Verona». In corteo Amnesty International, Emergency, Slow Food, Articolo 21, Legambiente, il Movimento migranti e rifugiati, Cgil e Uil, sigle del Terzo settore decimato dalle politiche del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che punta a rendere integrazione e accoglienza residuali.
DAL CORTEO è arrivata l’adesione alla manifestazione di stamattina a piazza Nazionale contro l’agguato di camorra che ha colpito una bambina di 4 anni, vittima innocente delle pallottole dei clan: «Chi alimenta razzismo e discriminazioni – hanno scandito i manifestanti – arreca lo stesso danno di chi usa le pistole per delinquenza e violenza». Alla manifestazione ha partecipato l’Associazione trans napoletane che, insieme all’Anpi, ha cantato Bella ciao e una delegazione della comunità rom di Giugliano.
I rom non hanno potuto aderire in massa perché a rischio sgombero: «L’ordinanza non c’è – spiega padre Alex Zanotelli – ma la polizia va quasi tutti i giorni, è una campagna intimidatoria per mandarli via senza alcuna soluzione alternativa».
I ROM SONO uno dei bersagli della propaganda leghista e le istituzioni locali si accodano. «L’azione del governo allarga le distanze – commenta il segretario della Cgil di Napoli, Walter Schiavella -. Si chiudono i porti e ci si apre a forze antidemocratiche e fasciste. Si rafforza la distanza tra aree del Paese con provvedimenti come la flat tax e l’autonomia differenziata che, se attuati, trasformeranno i cittadini del Sud in italiani di serie B rispetto a diritti fondamentali quali istruzione, sanità e lavoro».
A NAPOLI è arrivata anche una delegazione dell’Ex canapificio di Caserta, una delle migliori esperienze in fatto di accoglienza e integrazione, sotto attacco proprio come Mimmo Lucano a Riace. Dopo le ripetute invettive social di Salvini contro esponenti dell’Ex Canapificio, il 12 marzo la procura ha posto i sigilli alla struttura per pericolo di crolli. Una struttura dove ci sono solo gli sportelli informativi, i migranti vivono in appartamenti. I controlli negli alloggi non hanno dato esito, sono arrivati i sigilli all’ex fabbrica. «Avevamo già sollecitato la regione, proprietaria dello stabile, e il comune, capofila del progetto Sprar – spiega Mimma D’Amico – sulle criticità dell’edificio. A nulla sono servite le proposte di sollevare la regione dall’onere economico della ristrutturazione, né i tentativi di trovare una soluzione».
L’EX CANAPIFICIO ha scritto al segretario Pd Nicola Zingaretti, oltre che a sindaco e governatore, entrambi dem, perché dimostrino con i fatti la loro opposizione alle politiche di Salvini: «A Castel Volturno abbiamo favorito l’emersione dall’irregolarità di circa 10 mila persone. A Caserta abbiamo 200 migranti in accoglienza diffusa con scuola di italiano, tirocini formativi, attività sociali». Come a Riace, sigilli e inchieste (tutte da dimostrare) possono essere il grimaldello per scardinare esperienze che hanno aiutato la coesione delle comunità in zone abbandonate dalle istituzioni.
Da Il Manifesto