viva la pheega

giovedì 16 febbraio 2017

1 A 16 anni dovete essere proprio così. Dovete ridere e scherzare, giocare e divertirvi. Studiare e impegnarvi certo ma anche vivere, vivere, vivere

Non voglio giudicare la madre. Difficile, impossibile. Avrà i suoi motivi, le sue reazioni al dolore e ne avrà, sicuramente e molto, di dolore. Però ammetto che mi ha fatto venire i brividi. Il figlio di 16 anni si è tolto la vita e invece di strapparsi il cuore dal dolore, ripetendo "è colpa mia e del mio egoismo", fa una romanzina ai giovani durante il funerale? No. Mi spiace. Non può funzionare così. A 16 anni come a 40 e forse anche a 50 le persone commettono dagli errori, sbagliano. A 16 anni però hanno l'attenuante principe: stanno crescendo, inciampano. Anche i genitori sbagliano. Sempre. Da sempre. Ma il limite è pretendere che i figli siano come uno li vuole e non accettarli per quello che sono. Credo che il difficile sia tutto lì: riuscire ad accompagnare, non a forzare. Accogliere, rassicurare e poi semmai tentare di correggere. Ciascuno è libero di pensarla come vuole ma per me quella madre ha ascoltato il suo egoismo. E dopo averlo denunciato, neanche fosse stato un eroinomane, dopo averlo visto togliersi la vita, fa una romanzina ai ragazzi dal pulpito: "Non dovete essere così". Io, mi spiace, lo trovo aberrante. A 16 anni dovete essere proprio così. Dovete ridere e scherzare, giocare e divertirvi. Studiare e impegnarvi certo ma anche vivere, vivere, vivere. C'è chi beve birre e chi non le ha mai bevute, chi ha fumato le canne e chi le ha sempre schifate, c'è chi va in discoteca e chi non ci metterebbe mai piede. C'è tutto. E' la strada della vita. Si prova per scegliere e così si impara a decidere, a crescere. Si diventa uomini. Capendo gli errori. Commettendoli e recuperando. E il genitore deve star a guardare e accogliere, comprendere e sostenere. Imparare a lasciar sbagliare, lasciar andare, restare in disparte. No, mi spiace, non voglio giudicare la madre ma non posso comprenderla, non riesco a compatirla né a giustificarla. Un genitore si sente responsabile sempre del proprio figlio. Un genitore ha più dubbi e sensi di colpa che battiti di cuore. Sempre e per tutto. Io, almeno, la penso così.

Davide Vecchi

1 comment

sergio bissi
16 febbraio 2017 alle ore 18:54

Anche io brividi alle parole pronunciate in chiesa. Poi brividi peggiori alla notizia della denuncia materna. Tanto forti da voler cercare di capire, come Gaber 'il mistero di un uomo e un donna', il mistero di quella famiglia. Ma il mistero si svela forse da solo nelle stesse parole della madre: oscurantismo che rasenta il fanatismo. Mi rimane ancora il pensiero del padre, comparsa in chiesa, le cui uniche parole riportate dalla stampa sono 'non sono stato un buon padre'. Mi dà l'idea, a pelle, di vittima. Pure lui. Certo complice, come spesso purtroppo accade

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