Scrittrice e poetessa. Divenuta orfana in tenera età, viene affidata ad
alcune parenti religiose che le impartiscono, in un convento,
un’educazione eccessivamente autoritaria e bigotta. L’unico motivo
d’interesse sono le letture di Leopardi, Ada Negri e Carducci. Quando
Gaetano Bresci giustizia umberto 1° e le monache costringono le
ragazzine a pregare per il “re buono”(il mandante della strage della
folla milanese che chiedeva il pane),
Virgilia parteggia per l’Anarchico vendicatore. Conseguito il diploma di
maestra, inizia ad insegnare nei piccoli paesi abruzzesi dimenticati
dalla realtà sociale. Antimilitarista convinta, all’inizio della prima
guerra mondiale entra definitivamente negli ambienti Anarchici dove
conosce l’Anarchico Armando Borghi, confinato in Abruzzo, che sarà il
compagno per tutta la sua vita. Nonostante sia sorvegliata dalla
polizia, continua a dirigere il giornale “Lotta di Classe” e a scrivere
su Umanità Nova. Nell’ottobre del 1920, viene incarcerata per
“cospirazione contro lo stato”. Una volta libera dà alle stampe il suo
libro, “Non sono vinta”, dimostrando una fermezza di carattere e una
purezza d’ideali difficili da piegare con la repressione. Continua a
pubblicare su giornali, scrivere libri e poesie. Si sposta a Berlino,
Amsterdam ed infine a Parigi dove diventa capo-redattrice di “Veglia”,
rivista Anarchica. Nel 1928 è negli Stati Uniti dove inizia un’intensa
attività di propaganda, scrivendo per “L’Adunata dei Refrattari”,
storico giornale Anarchico statunitense in lingua italiana. Nei suoi
scritti e nei suoi comizi, Virgilia denuncia la religione e la patria
come le due cause principali che stanno alla base dell’oppressione
politico-sociale e del fascismo stesso. Muore il 12 maggio del 1933 a
New York.
fonte : Ⓐ Walter Ranieri Ⓐ
fonte : Ⓐ Walter Ranieri Ⓐ