Nella
foto Raffaelli parla davanti al monumento dell’Anarchico Emilio Canzi.
Autore, insieme all’Anarchico Giuseppe Del Freo, di "Figli
dell’officina", un inno divenuto tradizionale del movimento Anarchico,
composto nel 1921, mentre si preparavano ad affrontare le squadracce
fasciste con gli "Arditi Del Popolo".
Nel 1999 è stato ripreso (con le modifiche delle "libere bandiere")
dalla band italiana Modena City Ramblers. Ricordiamo anche
l'interpretazione di Giovanna Marini assieme al Gruppo Popolare di
Brancaccio (Palermo); ma è anche nel repertorio della Banda Bassotti,
degli Assalti Frontali e di qualsiasi altro gruppo che "ancora non si è
arreso". Figli dell'officina fu intonata dagli Anarchici ai funerali di
Franco Serantini. Giuseppe Raffaelli, nato il 30 gennaio 1892 a Cerreto
(Montignoso) ha lavorato nelle cave di Carrara e nel 1921 è stato uno
degli organizzatori degli Arditi del Popolo di Massa Carrara. Con
l'avvento del fascismo è costretto a emigrare in Francia facendo
svariati mestieri (manovale, scalpellino, elettricista, contadino...),
partecipa alla rivoluzione spagnola del 1936 nella brigata di Libero
Battistelli, nei pressi di Barcellona, dove viene ferito. Rientra a
Nizza, viene arrestato durante il governo pétain e internato nel campo
di Ferney-dans-l'Ariège, dove rimane fino al 1943. Consegnato al governo
italiano, è condannato a cinque anni e inviato al confino di Ventotene
per essere liberato dopo il 25 luglio.
Ⓐ Walter Ranieri Ⓐ
Ⓐ Walter Ranieri Ⓐ