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mercoledì 1 febbraio 2017

0 Il 2 febbraio 1984 muore a Montignoso, Massa-Carrara, l’Anarchico Giuseppe Raffaelli.


Nella foto Raffaelli parla davanti al monumento dell’Anarchico Emilio Canzi. Autore, insieme all’Anarchico Giuseppe Del Freo, di "Figli dell’officina", un inno divenuto tradizionale del movimento Anarchico, composto nel 1921, mentre si preparavano ad affrontare le squadracce fasciste con gli "Arditi Del Popolo". Nel 1999 è stato ripreso (con le modifiche delle "libere bandiere") dalla band italiana Modena City Ramblers. Ricordiamo anche l'interpretazione di Giovanna Marini assieme al Gruppo Popolare di Brancaccio (Palermo); ma è anche nel repertorio della Banda Bassotti, degli Assalti Frontali e di qualsiasi altro gruppo che "ancora non si è arreso". Figli dell'officina fu intonata dagli Anarchici ai funerali di Franco Serantini. Giuseppe Raffaelli, nato il 30 gennaio 1892 a Cerreto (Montignoso) ha lavorato nelle cave di Carrara e nel 1921 è stato uno degli organizzatori degli Arditi del Popolo di Massa Carrara. Con l'avvento del fascismo è costretto a emigrare in Francia facendo svariati mestieri (manovale, scalpellino, elettricista, contadino...), partecipa alla rivoluzione spagnola del 1936 nella brigata di Libero Battistelli, nei pressi di Barcellona, dove viene ferito. Rientra a Nizza, viene arrestato durante il governo pétain e internato nel campo di Ferney-dans-l'Ariège, dove rimane fino al 1943. Consegnato al governo italiano, è condannato a cinque anni e inviato al confino di Ventotene per essere liberato dopo il 25 luglio.
 Ⓐ Walter Ranieri 

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