viva la pheega

venerdì 6 ottobre 2017

0 Il 7 ottobre del 1934 nasce a Oldenburg, Germania, la compagna Ulrike Marie Meinhof.

Meglio arrabbiata che triste.
Il 7 ottobre del 1934 nasce a Oldenburg, Germania, la compagna Ulrike Marie Meinhof. Suicidata dallo stato.
Ulrike Meinhof è stata senza dubbio una delle più straordinarie giornaliste di sinistra del dopoguerra nella Germania Federale. Le sue pagine sulla rivista “Konkret”, di cui è stata a lungo capo redattore, erano delle perle giornalistiche. Fra le tante infamità, la stampa di regime sostenne che Ulrike si suicidò nel braccio di massima sicurezza del carcere Stuttgart-Stammheim per attirare l’opinione pubblica sulla RAF. Ma quello che non hanno mai detto è che al momento del cosiddetto “suicidio” non c’erano proprio giornali. I giornalisti infatti, in quel periodo, stavano scioperando in tutta la Germania Ovest e non venivano stampati i quotidiani. Ulrike, una giornalista attenta ed abile come lo era, non avrebbe mai commesso l’errore di fare una cosa del genere nel momento in cui non poteva essere diffusa la notizia.
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 Era il 1968. In tutta Europa, ed anche altrove, i movimenti studenteschi fiorivano, ed anche in Germania, soprattutto là, si sentiva forte la necessità di cambiamento. Tutto cominciò con la visita dello scià di Persia e della sua consorte a Berlino il 2 giugno 1967. Fu questo il battesimo di fuoco del movimento che, dopo le battaglie anti-atomiche degli anni ’50, stava riprendendo piede fra i giovani. Uno studente venne ucciso dagli sbirri e molti furono i feriti tra i partecipanti alla manifestazione di protesta. Il movimento, nella repubblica federale tedesca, era per lo più di ispirazione Anarchica e maoista. La prima azione da parte della RAF, Rote Armee Fraktion, è collegata alla guerra in Vietnam. Si tratta dell’incendio di un grande magazzino a Francoforte, il 2 aprile del 1968, che costerà il carcere ad Andreas Bader ed a Gudrun Ensslin. Ma la vera accelerazione verso la lotta armata, avverrà solo qualche settimana più tardi col tentato omicidio di Rudi Dutschke, leader del movimento studentesco e amico di Ulrike Meinhof, ad opera di un neonazionalista, che porterà il movimento in piazza, per la prima volta, in termini aggressivi e non solo di difesa dalla polizia. A quella manifestazione partecipò anche Ulrike, la quale scriverà nel suo editoriale: " Il lancio di una pietra è un reato criminale. Il lancio di migliaia di pietre diventa un atto politico. Protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che non mi piace non succeda più ". Il 14 marzo 1979 Ulrike aiutò Andreas Baader ad evadere dalla prigione. Da quel momento inizia la sua clandestinità.
 ⒶWalter Ranieri

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