Il
genocidio degli Indiani d’America, è il “Più Grande Olocausto del mondo
nella storia del genere umano, come durata e perdita di vite umane”.
Ecco quello che i libri di storia non dicono. Gli Indiani d’America
popolavano l’intero continente americano, dalle gelide lande dell’Alaska
fino alla punta meridionale del continente, la Terra del fuoco,
gelide terre in prossimità dell’Antartico. L’olocausto compiuto nei
confronti di questi popoli, non fu solo lo sterminio di milioni di
persone, ma fu anche qualcosa di più profondo, ovvero la totale
distruzione delle loro avanzatissime culture, molto più in contatto con
la natura, la conoscenza delle piante e le leggi dell’universo. Per
avere un’idea della loro meravigliosa etica vedi il “Codice Etico dei
Nativi Americani”. Il massacro iniziò praticamente pochi anni dopo la
scoperta del continente americano (solo Colombo ne ucccise circa mezzo
milione) e si concluse alla soglia della Prima Guerra Mondiale. Quindi
si sviluppò lungo un periodo di tempo molto vasto e difficilmente
delimitabile. Le modalità del genocidio sono state molte e diverse,
dall’eccidio vero e proprio di intere comunità, sterminate
sistematicamente con le armi, da eserciti regolari o da soldataglie
criminali assoldate alla bisogna per mantenere pulita l’immagine dei
governi ufficiali, alla diffusione intenzionale di malattie endemiche
come il vaiolo, alla distruzione delle piante e degli animali per
impedire che gli indiani si nutrissero. n pretesto che veniva usato
contro gli Indiani, era l’accusarli di “insensato tradizionalismo” ossia
la loro legittima ostilità a sottomettersi ad usi e costumi che non gli
appartenevano, e di voler rivendicare diritti (se di rivendicazione si
può parlare, visto che chi da millenni vive in un determinato territorio
ed esercita la sua sovranità su di esso, lo può ben considerare la
propria Patria) su enormi porzioni di territorio, che i coloni non
potevano sfruttare. Evidentemente, la violazione della sovranità
nazionale degli altri Paesi e la pretesa superiorità di uno stile di
vita rispetto ad altri giudicati selvaggi, e l’intervento violento per
imporre quello stile di vita, è una tradizione ben radicata nella
cultura statunitense, che perdura ancora oggi. Oggi, gli indiani
sopravvissuti sono meno di 50mila, di cui la maggior parte vive in
riserve, mentre quelli che si sono invece integrati nella società
americana, sono considerati alla stregua di una razza inferiore.
All’arrivo dei primi coloni, gli indiani fecero “l’errore” di mostrarsi
piuttosto accoglienti. Quando gli immigrati furono abbastanza numerosi,
cominciarono ad uccidere e rivendicare come loro tutto il continente. Le
riserve divennero dei veri e propri lager, in cui venivano date
appositamente coperte infette da vaiolo e le donne venivano sterilizzate
“per affrettare la risoluzione della questione indiana”. Così
scomparvero i popoli custodi della saggezza americana, delle grandi
praterie, degli altopiani, dei ghiacci e del deserto, vittime
dell’immigrazione e oggi… anche dei “vuoti di memoria” dei media di
regime...
http://www.dionidream.com/olocausto-nativi-americani/