viva la pheega

mercoledì 11 gennaio 2017

0 Palestina: notte di tensione nei campi profughi

di Antonietta Chiodo, 10 gennaio 2017.
Sempre più alta la tensione all’ interno dei campi profughi tra Jenin e Betlemme in cui risiedono numerosi affiliati del partito islamico, salgono così a 37 le persone arrestate in queste ore con l’accusa per molti di loro di essere sostenitori di Hamas. L’ANP ha fatto irruzione nelle scorse ore con armi e lancio di fumogeni, dove alcuni giovani legati alla resistenza hanno risposto alle incursioni armate creando muri di pneumatici in fiamme e cercando di fermare i militari sino alle prime ore dell’alba. 

La notte di tensione cavalca le ultime dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanhyau in cui dichiara pubblicamente : “Gerusalemme come Nizza e Berlino” chiedendo che l’attenzione dell’ Occidente  venga spostata dall’ occupazione militare nei territori verso l’ISIS. Inoltre i portavoce del premier dichiarano apertamente e non per la prima volta una eventuale affiliazione di Hamas come gruppo terroristico legato al califfato. 
Casualmente queste affermazioni sono seguite da incursioni armate dopo l’astensione storica degli Stati Uniti che dichiara la totale illegalità delle colonie israeliane nella Palestina occupata, utilizzando così la storica risoluzione ONU come fonte di alibi per poter eseguire arresti nel cuore della notte violando di continuo i diritti umani della popolazione palestinese. In risposta a queste affermazioni la comunità palestinese sostiene che il camion che ha causato alle porte di Gerusalemme est pochi giorni fa la morte di 4 militari israeliani, rappresenta sostanzialmente il risultato della prigionia a cui sono condannati nel silenzio globale da quasi 70 anni, trovando nella resistenza l’ unica forma di sopravvivenza e speranza. 
All’alba di questa mattina nel campo di Farà nel nord della Cisgiordania un uomo di 32 anni, Mohammed as-Salahi ha perso la vita. Diverse le testimonianze dei palestinesi presenti che dichiarano irruzioni armate all’ interno delle abitazioni senza alcuna motivazione, inoltre da dichiarazioni del rappresentate del partito popolare Khaled Mansour non lascia dubbi in merito a quella che sembra una vera e propria esecuzione; i bossoli raccolti sarebbero almeno 6 ed i militari sembra abbiano aperto il fuoco ad una distanza ravvicinata.
L’esasperazione del popolo palestinese chiarisce una impossibile forma di comunicazione o mediazione tra gli organi politici dell’ANP e i rappresentanti di Tel Aviv.  

Sempre in queste ore l’organo di stampa Quds Press rende noti dati allarmanti nei confronti della mancata tutela del governo in carica, rendendo sempre più difficile la lotta contro la continua violazione dei diritti umani che pesa innanzitutto sulle spalle dei minori. Solo nel 2016 salgono a 1.658 gli ordini di arresto per detenzione amministrativa, con un aumento pari al 30% dal 2015. Importante ricordare che Israele emette ordini di detenzione amministrativa senza un reale capo d’accusa, questo comporta l’ impossibilità di tutelare in maniera adeguata da parte del legale il proprio assistito, inoltre da rapporti di indagine dei rappresentati per i diritti dei prigionieri palestinesi si evidenzia l’aumento di minori detenuti ed il prolungamento delle detenzioni di trimestre in trimestre senza giusta causa. Il Rapporto sui diritti dei Palestinesi ha evidenziato che la città di Hebron (Khalil, a sud di Gerusalemme) detiene il primato degli ordini di detenzione amministrativa con  576 provvedimenti  (ossia il 34 per cento del totale), seguita da Ramallah. 
Resta quindi da porsi la domanda ad oggi del perché si portino a confronto il terrorismo per pura supremazia e la resistenza per pura sopravvivenza. Molte sono le associazioni per i diritti umani impegnate in questa lotta, una lotta che chiede semplicemente al mondo di alzare la testa ed accorgersi di quanto la libertà non debba essere una  mera utopia ma un fatto di diritto.

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