Come compagni e compagne di alcune realtà sociali del X Municipio ci
sentiamo in dovere di proporre alcune riflessioni sulla proroga del
commissariamento , sperando che queste possano servire da spunto a chi
intenda intavolare una discussione franca e disinteressata sul futuro
del nostro territorio.
Nel farlo, ci imponiamo una distanza di metodo e di contenuto
dalla narrazione tossica che, dal quel marzo 2015, i media hanno deciso
di utilizzare per raccontare le vicende che hanno colpito il X Municipio
e Roma tutta.
Una scelta narrativa che, con rare eccezioni, ha privilegiato la
creazione di personaggi folkloristici, gangsters esotici che scorrazzano
per le nostre strade terrorizzando, sparando e torturando.
La vendita di qualche copia in più non può però giustificare l’opera di
mistificazione, ridimensionamento e a volte di insabbiamento rispetto
alle reali condizioni che hanno portato alle dimissioni di Tassone e al
commissariamento.
Tassone si dimette, ben prima di essere messo ai domiciliari,
denunciando l’impossibilità di governare il Municipio data l’alta
infiltrazione mafiosa negli uffici amministrativi.
Quello che emerge, dalle successive indagini, è l’immagine di un
territorio gestito ormai da anni da un’alleanza fra la politica e
l’imprenditoria locale, che utilizzano a scopo privatistico il potere
derivato dal voto dei cittadini.
Chi vive ad Ostia e dintorni non ha avuto bisogno di leggere le carte
inerenti gli arresti eccellenti per sapere come viene gestito il
territorio, basta guardarsi intorno: lo scandaloso e inutile Porto
Turistico di Ostia, di cui qualcuno ha ancora il coraggio di proporre il
raddoppio; la vicenda intorno alla gestione del parcheggio del Cineland
; la gestione e l’affidamento irresponsabile del verde pubblico e del
nostro bene più prezioso, le spiagge.
Un territorio in cui i grossi imprenditori hanno fatto il buono e
il cattivo tempo, arricchendosi a dismisura, una classe politica, di
ogni colore, al servizio del bene privato, e una criminalità organizzata
feroce che viene utilizzata per i lavori sporchi.
Purtroppo, data questa drammatica situazione di partenza, non crediamo
che il lavoro dei commissari, prima Sabella e poi Vulpiani, sia stato e
sia utile a scardinare questo sistema mafioso.
Alcune operazioni spot sono state fatte, da l’apertura dei varchi al
mare negli storici stabilimenti, alle misure di diverso tipo verso
uomini e donne compiacenti impiegate nella macchina amministrativa.
Ricordiamo però che il commissariamento doveva essere una soluzione
temporanea che avrebbe dovuto traghettare il municipio verso elezioni.
Inspiegabili allora certe posizioni e scelte.
La battaglia al degrado contro gli ambulanti è così urgente? La
scelta di smantellare quell’esperienza meticcia ed enorme che è la
Colonia Vittorio Emanuele, senza considerare le vite, le anime e i corpi
che la attraversano e arrivando a buttare fuori la comunità islamica, è
una scelta amministrativa che spetta ad un commissario?
La soluzione su l’Idroscalo di Ostia, anima e radice storica
della nostra comunità, si può prendere in base a qualche carta ignorando
gli uomini e le donne che là hanno costruito le proprie case e le loro
vite?
Un commissario che assomiglia a un reuccio, chiuso nelle stanze del
Municipio, che si rifiuta di incontrare i cittadini, le associazioni, i
comitati.
Una chiusura, un’ indifferenza arrogante verso la parte più sana della
nostra comunità. Non ci è dato sapere se nelle alte stanze gli incontri
con chi ha distrutto questo territorio si stiano invece tenendo.
In questo contesto la decisione di una proroga appare come una scelta puramente politica. Sembra
quasi il commisariamento debba servire a “risolvere” alcune questioni
che un rappresentante eletto avrebbe difficoltà ad affrontare.
Si dovrebbe confrontare con il suo partito, con l’opposizione e
sopratutto con il giudizio popolare. La democrazia, insomma, che
evidentemente nel X Municipio ancora non ci meritiamo.
Non crediamo però che basti solo il grido “Al voto, al voto!” per trovare una via d’uscita.
Il sistema mafioso in cui continuiamo a vivere è ben lontano dall’essere sconfitto, il potere è sempre nelle stesse mani.
Avremmo auspicato che le forze politiche iniziassero un ragionamento
largo e partecipato sul quartiere che immaginiamo. Ci ritroviamo invece
con uno sterile arroccamento sul fronte del “Voto Subito” o
“Commissariamento ” che vede una scelta di campo trasversale e
opportunistica.
Nessuno però ha spiegato ai cittadini quale è il progetto che ci si
propone per ripartire. Nessuno parla di disoccupazione giovanile, di
cultura, della gestione delle spiagge, dell’emergenza abitativa. Nessuno
ha pensato fosse necessario un passaggio di chiarezza e autocritica sul
coinvolgimento dei proprio partiti nella giunta Tassone, in Mafia
Capitale e nei vari processi alla criminalità organizzata autoctona.
Nessuno ha pubblicamente preso le distanze dai Balneari, tra i veri protagonisti della distruzione del nostro territorio.
Nessuno, per ora, ha creduto necessario porre delle pregiudiziali etiche e morali alle alleanze nel chiedere il voto.
Se questi sono i presupposti, noi non ci stiamo.
Crediamo sia necessario ripartire da una presa di coscienza di tutti i
cittadini del X Municipio, che sfoci in una reale partecipazione nelle
scelte sulle nostre vite.
Dobbiamo ripartire da ciò che è rimasto in piedi in mezzo alla bufera: i
comitati di quartiere, il volontariato, le vertenze sul lavoro,
l’associazionismo, le piccole esperienze culturali, i collettivi
studenteschi, lo sport. Prendiamo come riferimento il patrimonio delle
lotte sociali che hanno fatto di questo territorio un luogo più degno.
E’ necessario mettere a valore le piccole sacche di resistenza che in
quest’anno e mezzo, senza farsi pubblicità, senza scopi elettorali,
hanno permesso che continuasse la vita.
Il coraggio non ci manca, siamo noi la risorsa di questo
territorio, dobbiamo diventarne anche la proposta dal basso ,
l’attivazione sulle scelte importanti. Dovremo esercitare il controllo
popolare sulle politiche della prossima giunta, di qualsiasi colore
sarà.
Noi non ce ne siamo mai andati e non abbiamo niente da farci perdonare. E’ ora di rialzare la testa.
Compagni e Compagne di alcune realtà sociali del X Municipio